Tra le “magnifiche rovine”. Prime indagini archeologiche nel convento di San Domenico

Il titolo di questo lavoro, che racconta in sintesi quanto emerso nel corso delle preliminari indagini archeologiche eseguite nel 2004 nel convento domenicano, trae ispirazione da quell’ esperienza editoriale che, con le straordinarie foto in bianco e nero di Salvatore Piermarini, accompagnate dagli scritti di Francesco Bartone e Vito Teti, racconta, in maniera originale, e con risvolti spirituali, architettonici, icono-grafici e di “memoria”, una tra le più importanti pagine della storia calabrese
. Nell’ambito dei lavori di consolidamento e restauro del Complesso Monumentale, l’area claustrale nota come “
chiostro di pietra”, posta nelle immediate adiacenze della chiesa antica, è stata oggetto di una breve indagine archeologica (Figg. 1, 2)
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Fig. 1 – Pianta del convento
.La fondazione del convento, avvenuta nel 1510, è da riferire all’opera del frateVincenzo da Catanzaro
. Dopo la trasformazione in priorato, avvenuta nel 1564 al Ca- pitolo generale di Bologna, il convento diventò in breve tempo il più ricco e monu-mentale della Calabria. In una relazione del 1650 conservata presso l’Archivio Segre-to Vaticano, che elenca le strutture conventuali della Provincia di Calabria dei PP. Pre-dicatori, le fabbriche di Soriano sono sinteticamente descritte: “Il venerabile mona-sterio di San Domenico di Soriano sta situato in luogo aperto in una strada publica, per la quale si va d’una parte alla detta Terra e dall’altra alli Burghi d’essa, lontanadall’una e dagli altri un tiro di pietra circa. Circa la struttura di detto monasterio: lachiesa è cominciata a fabbricarsi di nuovo perché la vecchia era assai misera; il con-vento è dei migliori che siano in questa Provincia di Calabria, tiene due chiostri nelliquali vi sono tutte le officine, come refettorio, procura, cantina, hospitio, capitolo,forno, spezieria, cocina, ed altre stanze necessarie per ogni buon convento, e nel mez-zo del primo v’è una bellissima fontana; nell’appartamenti di sopra vi sono sei dor-mitorij con cinquanta celle, dove abitano i frati e di più per servitio comune v’è la li- breria, infermeria, scarperia, vesteria, granaro, rasara, e camera di fuoco; sopra questivi sono due altri dormitorij con clausura separata dove sono ventiquattro celle, qualiservono per noviziato”
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Fig. 2 – Veduta generale del “Chiostro di pietra”
Il terremoto del 1659 distrusse sia la chiesa che il convento,ma la ricostruzione, affidata all’architetto certosino Bonaventura Presti e portata a ter-mine solo alla fine del secolo, permise di configurare il complesso in forme più gran-diose, così come illustrano alcune importanti testimonianze iconografiche (Fig. 3).
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Fig. 3 – Veduta di prospetto del convento (Bernardino Rulli – 1791 circa)
Ildisastroso evento sismico del 1783 causò la completa distruzione ed il suo definitivoabbandono, ed anche di questa triste fase si conservano preziose vedute (Fig. 4)
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Fig. 4 – Veduta delle rovine del “Monistero” (Filippo Cirelli – 1863)
.La campagna di saggi archeologici è stata intesa come preliminare ai consisten-ti lavori di scavo, già previsti, finalizzati alla rimozione dello spesso strato di mate-riale che copriva quasi integralmente le emergenze del grande chiostro adiacente 

alla chiesa. L’area, interamente ricoperta nel corso degli anni da scarichi e depositidi diversa natura, si presentava, inoltre, con caratteristiche assai varie per l’uso dif-ferenziato che ne era stato fatto negli anni più recenti: per metà orto e frutteto, e per metà campo sportivo. Nel settore NO, in corrispondenza di una porzione angolare del chiostro, già parzialmente visibile in superficie, un primo saggio ha permesso l’individuazionedel basamento lapideo di un pilastro angolare, punto di incontro tra il colonnato Ned il colonnato O. Del basamento è parzialmente visibile il primo filare, costituitoda conci di pietra decorati con modanature a toro. Uno strato di malta, duro e di co-lore grigio chiaro–giallino, è presente nei letti di posa.Una porzione significativa degli elementi architettonici del chiostro è emersanel settore NE, dove lo scavo di una serie di scarichi, costituiti per lo più da stratisabbiosi frammisti a materiale edilizio in frantumi, ha restituito una porzione ango-lare del chiostro, ovvero i basamenti lapidei dei pilastri, intervallati da muretti, non-ché indicazioni sui livelli di frequentazione del cortile e del corridoio interno.Il primo basamento individuato è costituito da conci di pietra, disposti su tre fi-lari.Ad una distanza di circa 3.20m un secondo basamento relativo al pilastro ango-lare del chiostro rappresenta il punto di incontro tra il colonnato N ed il colonnato E.I due basamenti appena indicati sono collegati da un muretto lungo 3.20m, largo0.90m ed alto 0.51m, ad andamento rettilineo e a tessitura irregolare, con uso di pez-zami irregolari di pietra, ed impiego di laterizi e malta per regolarizzare il piano. Unintonaco di colore giallino riveste ambedue i lati (lato corridoio e lato cortile).Stesse caratteristiche ha il muretto che collega il basamento angolare con il suc-cessivo, sul lato E del chiostro. L’impiego di laterizi e malta per regolarizzare il pia-no sulla sommità, e le tracce impresse nella malta, indicano l’esistenza di rivesti-mento lapideo per ambedue i muretti.Per quel che riguarda i piani di frequentazione, nell’area relativa al corridoiointerno del chiostro, nel settore N del saggio, è stato individuato un piano di posacostituito da un letto di calce, con una superficie perfettamente orizzontale. La pre-senza, a ridosso del muro di un piccolo frammento di mattonella in cotto rende plau-sibile l’ipotesi che il letto di calce sia il piano di posa di una pavimentazione relati-va al corridoio interno del chiostro. La presenza di un deposito naturale, probabil-mente di origine alluvionale, sembra invece fornire la quota del possibile livello difrequentazione nell’area relativa al cortile del chiostro.L’indagine nel settore SE ha portato alla messa in evidenza di una porzione an-golare del chiostro straordinariamente integra che mostra, tra l’altro, nel perimetra-le più esterno, tracce di un affresco raffigurante una colonnina tortile ed altri ele-menti architettonici (Fig. 5)
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Fig. 5 – Tracce di affresco nel settore sud-orientale del “chiostro di pietra”
.Il basamento angolare individuato è costituito da conci di pietra disposti su trefilari e conserva sulla sommità resti di muratura a tessitura irregolare, con una for-ma tendenzialmente semicircolare. Perfettamente integri sono i due muretti indivi-duati in connessione al basamento, che si presentano ricoperti da lastre in pietra,

 poste a mo’di scossalina (rivestendo cioè la sommità e parzialmente i lati). Su am- bedue i lati esterni dei muri (lato corridoio e lato cortile) una scialbatura di intona-co di colore giallino, rende le superfici uniformi.Inoltre nell’area relativa al corridoio interno del chiostro (corridoio sud) è emer-sa una porzione di pavimentazione, in una superficie di 4 x 1.50m. La pavimenta-zione, straordinariamente conservatasi, formata da mattoni di forma rettangolare dicolore arancio bruno, si presenta leggermente collassata, in corrispondenza di quel-la che sembra essere una conduttura per lo scolo delle acque. Una soglia, sempre inmattoni, segna il passaggio, con un salto di quota, tra il corridoio sud e il corridoioovest, dove l’unica traccia di pavimentazione è fornita invece da piccoli lacerti del piano di posa in calce. Anche qui uno strato naturale sembra fornire la quota del possibile livello di frequentazione nell’area relativa al cortile del chiostro.Un ultimo saggio ha interessato il settore centrale del chiostro; un’area utiliz-zata per metà come orto e frutteto e per metà come campo sportivo. Lo scavo ha permesso l’individuazione di una serie di quattro rocchi di colonne, presumibilmen-te di riutilizzo, che potrebbero essere pertinenti ad un corridoio interno al cortiledel chiostro o in maniera più circoscritta, sottolineare l’accesso alla zona centrale.La particolarità che essi siano ben definiti sul lato interno del corridoio e inveceinformi verso l’esterno, potrebbe rendere plausibile l’ipotesi (per il lato esterno) dielementi architettonici mancanti. Inoltre, i basamenti, con le rispettive colonne, po-trebbero essere interpretati come inviti. La presenza di lastre di pietra a faccia vistaverso l’interno del corridoio e la presenza, invece, di pietre di varia dimensione eforma posizionate a mo’di zeppe, concentrate in corrispondenza dei lati informi deirocchi di colonne, lascerebbero ipotizzare anche per il lato esterno dell’invito, unrivestimento lapideo mancante.Lo scavo sistematico degli strati che coprivano le porzioni del chiostro indivi-duate, ha restituito un’interessante campionatura di materiale relativa alla strutturadel chiostro o agli ambienti ad esso annessi: frammenti di lastrine marmoree, di pa-vimentazione maiolicata, di pavimentazione in cotto a losanghe, di vetro da fine-stre. In ogni caso, in più parti del chiostro, si conservano preziose testimonianze ar-tistiche ed architettoniche dell’antico complesso (Fig. 6).
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Fig. 6 – particolare di una tarda scultura marmorea
Abbondanti frammenti ceramici (acroma, da fuoco, invetriata, smaltata a deco-razione impressa) arricchiscono inoltre il panorama di conoscenza relativo alla vitaquotidiana del convento, e dunque alla cultura materiale ad esso connessa, con par-ticolare riferimento alla attività farmaceutica
.In prospettiva, ai fini di una più completa individuazione delle fasi edilizie delconvento e delle sue testimonianze artistiche, architettoniche e di cultura materiale,sarà necessario completare gli scavi nel chiostro centrale e programmare quelli all’in-terno della Chiesa, ed in particolare nel settore absidale (Fig. 7),
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Fig. 7 – L’imponente struttura absidale della vecchia chiesa
dove si conservano ancora importanti porzioni del pavimento maiolicato (Fig. 8),
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Fig. 8 – Particolare della pavimentazione in maiolica presente nell’area absidale
nel settore posto a sud-est della Chiesa, oggi in gran parte interrato e coperto da vegetazione e muretti a sec-co, interessato, in antico, dalla presenza degli ambienti del noviziato e della spezieria.
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Fig. 9 – Veduta esterna, da sud-est, dell’area della spezieria
NOTE E REFERENZE
ROGERIUS -ANNO X – N. 1 – Gennaio/Giugno 2007 ( 

Tra le “magnifiche rovine”. Prime indagini archeologiche nel conventodi San Domenico a Soriano Calabro (VV)
di Francesco Antonio Cuteri, Ginevra Gaglianese )

 

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